Perché tanto clamore intorno alla questione vaccini, scuola e privacy?
Il decreto vaccini (D.L. 73/2017 convertito con la legge 119/2017) assegna alle ASL il compito di sensibilizzare, vaccinare, verificare e sanzionare. Le scuole entrano in gioco, perché il legislatore ha legato l’obbligo della vaccinazione all’obbligo scolastico. Di qui, la questione del flusso di dati personali tra le scuole e le ASL, sulla quale si è fatto forse troppo rumore per nulla.
Ecco, dunque, un riepilogo dei fatti. Il Codice della privacy (Dlgs. 196/2003) vieta la libera trasmissione di dati personali tra amministrazioni pubbliche, in assenza di una specifica norma o di un parere positivo del Garante. Il decreto vaccini prevede, d’altra parte, che le scuole trasmettano alle ASL gli elenchi degli iscritti, per verificare che abbiano eseguito le vaccinazioni, solo a partire dall’anno scolastico 2019/2020; per l’anno scolastico 2017/2018, quindi, è necessario il parere del Garante (arrivato d’urgenza il primo settembre).
Ma siamo sicuri che le ASL abbiano bisogno dell’aiuto delle scuole?
Le ASL trattano i dati personali degli assistiti. Sanno, quindi, perfettamente la nostra data di nascita e la usano per gestire il libretto vaccinale. Bastava trattare, magari in formato elettronico, la data di nascita e le vaccinazioni somministrate per effettuare le seguenti operazioni:
1. estrarre i soggetti sotto i sedici anni (età della scuola dell’obbligo);
2. controllare per tali soggetti lo “stato vaccinale”;
3. convocare per la sensibilizzazione le famiglie dei minori che non sono in regola con le vaccinazioni obbligatorie (primo passo previsto dal decreto vaccini);
4. procedere all’eventuale sanzione e alla segnalazione agli organi giudiziari competenti.
Insomma, le ASL non hanno bisogno di ricevere dai dirigenti degli istituti scolastici gli elenchi degli iscritti. Viceversa, i dirigenti degli istituti scolastici hanno bisogno di ottenere, dai genitori, la documentazione attestante lo stato vaccinale degli alunni (anche mediante autocertificazione). In caso di autocertificazione, poi, i dirigenti possono chiedere alle ASL, avvalendosi semplicemente dell’art. 71 D.P.R. 445/2000, di verificare quanto i genitori hanno dichiarato. In alternativa, i genitori possono consegnare alla scuola l’autocertificazione e riservarsi di ottenere direttamente dalla ASL il certificato di vaccinazione, da recapitare alla scuola entro il 10/3/2018.