Lo dicono gli esperti da tempo: non bisogna chiedersi “se” ci sarà un attacco, ma “quando” verrà sferrato. E lo conferma, indirettamente, anche il Garante per la Protezione dei Dati Personali, Antonello Soro, nell’intervista sul numero di ottobre de L’Impresa. Soro conclude l’intervista dicendo “Quando ad essere attaccate sono strutture sanitarie, università e quindi mondo della ricerca, infrastrutture strategiche, sistemi di comunicazione, ogni ritardo diventa esiziale.
E l’Italia è, effettivamente, in ritardo. Lo ha scritto l’Agenzia per l’Italia Digitale nel Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (centrale e periferica): il censimento sui data center (infrastrutture informatiche di elaborazione e memorizzazione), effettuato nel 2013, ha rilevato una forte frammentazione delle risorse e frequenti situazioni di inadeguatezza tecnologica.
Per il futuro, l’intento dichiarato dell’Agid è quello di individuare, all’interno delle Pubbliche Amministrazioni, i Poli strategici nazionali (PSN) già all’avanguardia in termini di sicurezza, resilienza, efficienza energetica e garanzia di continuità operativa. I PSN individuati sono destinati ad “ospitare” i dati delle altre Pubbliche Amministrazioni meno dotate in termini di infrastrutture. Questa razionalizzazione, oltre a ridurre i costi, consentirebbe un progressivo miglioramento dei sistemi di prevenzione e protezione rispetto agli attacchi e, quindi, più garanzie per i nostri dati personali.
L’Agid, all’interno del piano, aveva promesso una circolare per la definizione delle caratteristiche dei Poli strategici nazionali. Un primo passo che doveva compiersi entro settembre scorso ma la circolare non è ancora arrivata.
Purtroppo, però, le lancette girano.