Consapevolmente inconsapevoli

La Global Privacy Enforcement Network (GPEN), una rete informale tra Garanti della privacy di tutto il mondo, ha pubblicato di recente il risultato di un’indagine effettuata su siti web e sulle app per smartphone di tutto il mondo. La ricerca aveva l’obiettivo di valutare quanto gli strumenti elettronici favorissero la consapevolezza dell’utente circa il trattamento dei dati personali.

L’indagine ha coinvolto 455 siti web e app di 24 paesi differenti ed i risultati sono stati riepilogati secondo le seguenti chiavi di lettura:

  • raccolta ed uso dei dati personali – È emersa una marcata tendenza a fornire informazioni poco chiare sulle modalità di raccolta dei dati personali e a non acquisire il consenso quando è necessario; il dato personale più gettonato in assoluto è l’indirizzo di posta elettronica (85% dei siti) seguito dal nome (81%) e dall’indirizzo IP (69%);

  • conservazione e sicurezza dei dati – Sono prevalenti i siti che non forniscono alcuna informazione su “come e dove” vengono conservati i dati personali; in un paio di siti, inoltre, è stato rinvenuto un riferimento al Safe Harbor (un accordo tra USA e UE sul trasferimento di dati personali), revocato dalla Corte di Giustizia Europea ad ottobre del 2015;

  • trasferimento dei dati – È diffusa la carenza informativa circa i soggetti cui i dati personali vengono trasferiti;

  • cancellazione dei dati – Solo il 51% dei siti fornisce istruzioni per richiedere la cancellazione dei dati personali;

  • accesso ai dati – Solo il 56% dei siti fornisce istruzioni per richiedere l’accesso ai dati personali.

L’auspicio è che all’indagine faccia seguito la concreta applicazione dell’articolo 12 del GDPR cioè che la Commissione Europea definisca le procedure per esporre icone standardizzate finalizzate a favorire una corretta informazione degli interessati sui dispositivi elettronici.

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