Un nostro lettore ci ha chiesto di approfondire i contenuti di uno spot televisivo che una nota catena di distribuzione sta trasmettendo in questi giorni in TV.
Lo spot è bello e porta la firma di un maestro del cinema italiano. E, poi, ha un finale talmente lieto che induce a chiudere gli occhi su alcune evidenti forzature.
È la storia di un operatore di supermercato che trova, sotto uno scaffale, un orsacchiotto. Decide di andare a rivedere le immagini del sistema di videosorveglianza per risalire alla piccola proprietaria del pupazzo. In effetti, l’operazione ha successo: riesce ad identificare la bambina e le riconsegna a domicilio il suo orsacchiotto.
Tuttavia, lo spot contiene una forzatura: nel guardare le immagini delle telecamere, l’operatore ha eseguito un’operazione per finalità non previste per l’installazione dei sistemi di videosorveglianza. In pratica, un trattamento illecito. Infatti, le finalità per le quali è possibile installare ed utilizzare sistemi di videosorveglianza senza il consenso degli interessati (in questo caso dei clienti) e senza particolari vincoli procedurali sono riferite alla “sicurezza o tutela delle persone o del patrimonio, ancorché relativi a comportamenti illeciti o fraudolenti, quando le immagini o i suoni raccolti siano conservati temporaneamente” (Provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali dell’8 aprile 2010).
Il lieto fine va bene in uno spot, ma chi guarda le nostre immagini, purtroppo, non sempre vuole restituirci l’orsacchiotto.