La fiducia orizzontale

Rachel Botsman, la famosa semplificatrice di idee complesse (come si autodefinisce) ha recentemente teorizzato la fiducia orizzontale in contrapposizione alla fiducia verticale.

La Botsman qualifica la fiducia come “una relazione sicura con l’ignoto” ed osserva che, oggi, la tendenza è quella di fidarsi più dei pari (colleghi, vicini di casa, appartenenti ad una community online) piuttosto che di organizzazioni strutturate (istituzioni, grandi aziende, ecc.). Quindi, più fiducia orizzontale che verticale.

La società si muove così, è inutile negarlo. Ma qualche commento può essere utile.

Siamo sicuri che stia cambiando qualcosa? In fondo, se si allaga la nostra casa, il primo al quale chiediamo aiuto è il nostro vicino, anche se non lo abbiamo mai visto: lo facciamo entrare, gli diamo il massimo credito possibile. Certamente, più per una questione pratica che psicologica, non chiamiamo subito i pompieri.

E, poi, siamo veramente consapevoli che la fiducia ha a che fare con “l’ignoto”? Il legislatore europeo, per non sbagliare la risposta a questa domanda, ha pensato, per i nostri dati personali, di essere prudente. In particolare, ha impostato il GDPR su principi che dovrebbero servire ad alimentare la fiducia: trasparenza e correttezza. Ha fatto di più: ha stabilito che chi tratta i nostri dati deve offrire alcune garanzie che, poi, si traducono nei diritti previsti dal GDPR.

Fiducia orizzontale o verticale? Certamente, bisogna evitare l’ignoto.

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