Smart toys ovvero giocattoli intelligenti, connessi, ultraveloci: in un decimo di secondo ti mettono in contatto con il tuo amico indiano per una gara virtuale di motocross.
Questi oggetti, tuttavia, stanno assumendo forme sempre più subdole e funzionalità sempre più invasive: diventano bambole che registrano la voce dei bambini o orologi che ne individuano la posizione. In molti casi, sono oggetti comodi anche per i genitori che possono controllare la vita dei loro bimbi anche a distanza.
Esiste, tuttavia, una doppia questione:
• la liceità trattamento dei dati personali da parte dei venditori che registrano voce, posizione, abitudini dei bambini e di chi li circonda;
• la facilità con la quale questi dispositivi possono essere violati e, quindi, consentire ai malintenzionati di compiere atti da codice penale.
Se ne sono accorti sia l’Autorità per le telecomunicazioni tedesca, che ha proibito la vendita ai bambini di oggetti che registrano le loro voci, sia l’Autorità per la tutela dei consumatori norvegese, che ha prodotto un report molto puntuale sulle debolezze degli smart toys e sulle regole che produttori e venditori devono osservare per tutelare i minori.
È quasi Natale, tempo di regali. Ma per giocare, viva la tombola!