Il campo C

È proprio vero: il dolore più grande è per chi rimane. E, se al dolore si aggiunge anche la beffa della perdita di dignità, la vita di chi perde un proprio parente può diventare davvero difficile.

Ed è questo quello che è successo in un paese veneto. La società che gestisce il cimitero ha pensato di identificare ogni zona del camposanto con evidenti cartelli. Su uno di questi ha scritto “Campo C – Inumazione speciale indigenti”. Con quale risultato? Con l’umiliante condizione, per i parenti dei defunti presenti in questo campo, di assumere pubblicamente, loro malgrado, lo status di “poveri”.

Sia chiaro, il GDPR tutela i dati personali delle persone fisiche “in vita”. Però, occorre riflettere con attenzione: la situazione di indigenza non riguarda solo il defunto. Riguarda soprattutto i suoi congiunti rimasti in vita che non sono riusciti a trovare il danaro sufficiente per un funerale. Quindi, quanto dichiarato sul cartello è facilmente riferibile, specie nelle piccole comunità, a persone in vita con la conseguenza che costituisce un dato personale e, perciò, deve essere tutelato secondo le norme.

Il gestore del cimitero si è difeso dicendo che esiste una legge che prevede una divisione del camposanto in zone precise. Ci siamo documentati e, senza farla troppo lunga, questa difesa appare un po’ debole.

Insomma, lasciamo perdere il campo C come separazione Classismo.

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