La voglia di vivere

Chi sa se il vivere non sia morire ed il morire non sia vivere (Euripide)

Il suicidio è l’estremo tentativo di migliorare la propria vita (Michelangelo)

Tutti vogliono vivere, ma nessuno sa perché (Arthur Schopenhauer)

Perciò parlano stoltamente quelli che dicono che il suicidio non possa seguire senza una specie di pazzia, essendo impossibile senza questa il rinunziare alla speranza (Giacomo Leopardi)

Ecco un corposo esempio di frasi che, se oggi venissero scritte su Facebook, potrebbero far scattare la tutela pubblica per chi le scrive. Infatti, il colosso dei social ha annunciato il lancio di un algoritmo che effettua l’analisi dei testi e, dopo un esame da parte di esperti in carne ed ossa, informa l’autorità pubblica sulla propensione dell’utente ad istinti autolesionisti.

L’algoritmo potrebbe essere utilizzato negli Stati Uniti ma non in Europa. Infatti, da noi il GDPR vieta il trattamento di dati, soprattutto quelli sensibili, per scopi diversi da quelli esplicitamente previsti. E, certamente, non è previsto che Facebook sia il tutore della nostra incolumità al prezzo dell’analisi di tutti i nostri testi.

Certo, non è facile trovare un equilibrio tra la libertà di pensiero e di espressione (talvolta anche in forme negative), la riservatezza delle nostre idee e la tutela della vita umana.

Ma forse è utile sapere che Euripide, Michelangelo, Schopenhauer e Leopardi morirono tutti di morte naturale, nonostante i pensieri spesso formulati nei loro scritti.

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