Abbiamo già dedicato un intervento al decreto legislativo sulle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni. Ma, come spesso succede in Italia, in quel momento di trattava solo di uno schema che, peraltro, è stato ampiamente rivisto fino a giungere alla sua versione definitiva approvata nel consiglio dei Ministri del 29 dicembre scorso, dopo un parere espresso (ed ascoltato) del Garante per la Protezione dei dati Personali.
Le novità sono molte e non tutte tese a disciplinare le intercettazioni a seguito di procedimento penale. Anzi, alcune sono tese a tutelare il diritto alla protezione dei dati personali o la libertà di (corretta) informazione.
Per esempio, è stato introdotto nel nostro codice penale il reato di “Diffusione di riprese e registrazioni fraudolente” che punisce chi diffonde registrazioni (audio e video) compiute fraudolentemente per recare danno altrui.
D’altro canto, è stato modificato, su espressa osservazione della Camera dei Deputati, l’art. 114 del codice di procedura penale per favorire il rafforzamento del diritto all’informazione. La nuova versione dell’articolo, infatti, consente la pubblicazione, finora vietata, dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice ai sensi dell’art. 292 del c.p.p.
La predetta ordinanza e gli altri atti ufficiali a corredo dell’indagine, tuttavia, non potranno più contenere registrazioni audio o video che non siano penalmente rilevanti. Tutte le registrazioni, comprese quelle irrilevanti, dovranno essere conservate in un archivio da custodire sotto la responsabilità del pubblico ministero.
Infine, è stata definita una regolamentazione sulle registrazioni effettuate tramite captatore, strumento informatico che acquisisce l’audio tramite smartphone. Sarà possibile utilizzarlo solo in determinati momenti della giornata fissati dal giudice eccetto che per i reati di mafia e terrorismo per i quali è previsto un utilizzo senza limitazioni di luogo ed orario.
Insomma, un lungo e faticoso bilanciamento di diritti che attendiamo di osservare nell’applicazione pratica. Possiamo anticipare che non sarà facile gestire l’archivio delle registrazioni: catalogarle, conservarle al riparo da tentativi di violazione, cancellarle al momento giusto, gestire le utenze.
“Pronto? Chi ascolta?”: ci auguriamo che sia un soggetto responsabile e consapevole delle nuove regole.