L’ananas è matura

Chi non ricorda un vecchio spot televisivo nel quale un saggio dal cappello bianco decretava che l’ananas era al punto giusto di maturazione e poteva essere raccolta?

Certamente, un uomo dalle forti competenze verticali: nessuno, come lui, sapeva quando il frutto era maturo. Non è dato sapere altro: era un consulente esterno o il proprietario in persona? Era del luogo o veniva da un altro Paese? Molti dubbi che, in ogni caso, non ci hanno tolto il sonno.

Gli ultimi dubbi, forse anche poco fondati, sul DPO e sul suo ruolo, invece, stanno togliendo il sonno a molti. Per questo, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha voluto sciogliere le residue perplessità aggiungendo ulteriori chiarimenti alle Linee guida del WP29.

Il nostro Garante, a valle degli incontri che ha effettuato con i soggetti pubblici, ha precisato i seguenti aspetti fondamentali sulla figura del Responsabile per la Protezione dei Dati Personali (DPO):

• il DPO non può svolgere, per conto del titolare (o del responsabile), altri compiti che diano luogo a conflitti di interesse; in particolare non può svolgere funzioni che comportino la definizione di finalità e modalità di trattamento; per esempio, è sconsigliabile che sia il Direttore dei Sistemi Informativi o il capo dell’Ufficio Statistico;

• l’individuazione del DPO (interno o esterno) deve essere il risultato di una procedura di selezione accurata della quale è opportuno dare atto, seppur sinteticamente, nell’atto di designazione;

• il DPO è uno per ogni titolare (o responsabile) del trattamento; non è ipotizzabile la designazione di un DPO per ogni ufficio, reparto o sezione di una stessa organizzazione che opera come titolare (o responsabile) del trattamento.

Questi chiarimenti, peraltro facilmente desumibili dal GDPR, accentuano la vocazione orizzontale della professionalità del DPO che, solo in Italia, può sembrare una singolarità e che, sembra evidente, va ben oltre il riconoscimento della maturazione dell’ananas.