Una delle più vivaci banche online italiane ha cominciato a proporre ai suoi clienti un nuovo modo di interagire e disporre operazioni.
È andata oltre le app per smartphone o le chatbot: il cliente può accedere ad una vera filiale virtuale. Basta che il cliente inserisca il proprio smartphone in un visore 3D e, di colpo, i suoi occhi vedono un ambiente molto simile ad una filiale tradizionale nella quale può muoversi, rivolgersi all’impiegato (un avatar) e eseguire operazioni.
Questo tipo di soluzioni tecnologiche sarà il futuro di molti servizi e, quindi, bisogna abituarsi al loro uso che, tuttavia, richiede, da parte del fornitore, una buona dose di attenzione.
Per esempio, le operazioni bancarie potranno essere disposte con comandi vocali. Questo significa che la banca tratta la nostra voce che, nel GDPR, è considerata un dato biometrico cioè un dato personale che può essere trattato solo a determinate condizioni ovvero previo consenso. Una delle caratteristiche che l’interessato deve valutare prima di esprimere il consenso è il tempo di conservazione delle disposizioni vocali: per esempio, se la banca ci dice che le conserva oltre l’emissione dell’estratto conto trimestrale, possiamo ipotizzare che il trattamento viola il principio di proporzionalità.
Va in pensione anche il vecchio click ma con prudenza.