Chi vuole scalfire la mela?

Apple, si sa, vuol dire mela. Oggi, vuol dire, soprattutto, iPhone da Cupertino, stato della California, U.S.A.

Sui giornali, in questi giorni, vengono riportati due tentativi di scalfire la mela:

  • il primo riguarda un’ipotesi di obsolescenza programmata per gli iPhone e l’ha denunciata un’associazione francese; in Francia, infatti, a partire dal 2014, è vietato mettere in commercio prodotti con una durata limitata al fine di aumentare, nel tempo, le vendite attraverso nuove versioni dello stesso prodotto;
  • il secondo riguarda una lettera aperta che due azionisti di Apple hanno pubblicato per sensibilizzare la società di Cupertino a ricalibrare la propria produzione per limitare il rischio di “dipendenza da iPhone” per i giovani; in particolare, questi azionisti hanno chiesto di produrre le prossime versioni dello smartphone introducendo la possibilità di attivare controlli permanenti da parte dei genitori, di impedire l’accesso ad alcuni social network e di consentirne l’uso entro limiti temporali stabiliti.

Siamo per un uso consapevole della tecnologia ma siamo altrettanto scettici sul successo delle due iniziative perché:

  • è difficile, anche utilizzando le migliori menti di Francia, stabilire che ci fosse una preordinata intenzione di Apple all’obsolescenza programmata dell’iPhone che, peraltro, è smentita da milioni di possessori felici dello stesso apparecchio da almeno un quinquennio;
  • Apple potrebbe anche ascoltare i due azionisti ma, se lo facesse, sarebbe solo per migliorare l’appeal del brand e non, certamente, per accontentare due soci che, insieme, posseggono solo lo 0,22% della capitalizzazione al Nasdaq.

Tempi duri per chi vuol scalfire la mela.

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