Quanto è piccola la televisione!

La televisione è stato il mezzo di comunicazione dominante del secolo scorso. Ancora oggi, molte delle nostre decisioni vengono influenzate dai programmi televisivi anche perché, con il digitale terrestre, l’offerta si è ampliata molto e le occasioni di approfondimento e dibattito si sono moltiplicate.

Per questo, in Italia, dal 2000 è vigente la legge sulla par condicio nell’accesso ai programmi televisivi da parte dei soggetti politici in periodi elettorali. La legge prevede che l’AGCOM (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), ad ogni tornata elettorale, deliberi un regolamento per garantire parità di condizioni nell’accesso ai programmi televisivi da parte dei soggetti politici. L’AGCOM lo ha fatto anche per le prossime elezioni del 4 marzo con la delibera n. 1/18 che, tuttavia, è stata successivamente integrata da alcuni chiarimenti (riguardanti la par condicio anche per la presenza di giornalisti schierati) oltre che da linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale.

Quest’ultimo documento, tuttavia, sembra svuotare il mare con la forchetta. Infatti, le piattaforme online (in particolare Facebook e Google cui fa riferimento il documento) si prestano poco ad una disciplina che già era in affanno per la TV.

Per esempio, la pedissequa applicazione, in analogia con la TV, della definizione di “soggetto politico” ad Internet è di dubbia efficacia: soggetti politici sono, secondo le linee guida, le coalizioni o le liste di candidati. Tuttavia, mentre questa definizione poteva essere sensata per la televisione, visti gli alti costi di accesso al mezzo, non lo è più per Internet. La Rete ed i social network sono, per natura, mezzi in cui l’individuo è prevalente e, secondo la definizione, il singolo candidato non è “soggetto politico”. Quindi, come singolo, non è obbligato, come lo sono i “soggetti politici”, a seguire le linee guida né i social network possono costringerlo ad etichettare ogni manifestazione del pensiero come “messaggio elettorale”.

Forse, bisogna prendere atto di quanto sia piccola, oggi, la televisione.

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