L’intelligenza artificiale, grazie allo sviluppo di nuovi modelli di elaborazione, sta cambiando molti modi di approcciare i problemi complessi: previsioni metereologiche, diffusione delle malattie, diagnostica di apparati critici.
Uno degli ambiti più interessanti è quello delle consulenze legali. Si sta sviluppando, infatti, l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale per lo studio automatico di documenti legali con diversi fini:
• estrapolazione di precedenti pronunciamenti giudiziari per suggerire strategie legali;
• progressivo raffinamento di clausole contrattuali in relazione a precedenti eventi che ne hanno mostrato i punti di debolezza (cause civili o penali instaurate);
• selezione di parti rilevanti della documentazione di una specifica causa al fine di articolare la tattica difensiva o offensiva.
Sono tutti elementi che certamente potranno essere d’aiuto al nuovo talento legale, come l’ha definito Deloitte in uno specifico studio.
Non devono, tuttavia, essere sottovalutati gli aspetti riguardanti il trattamento dei dati personali. Infatti, la documentazione legale, che si tratti di sentenze o di altri atti, contiene certamente dati personali che, in qualche caso, potrebbero riferirsi a reati o condanne penali.
Per questo, appare opportuno, in caso di utilizzo di sistemi automatici, un trattamento preliminare che rimuova i dati personali e che riduca il rischio per i diritti e le libertà delle persone. Questo anche quando i documenti da elaborare sono pubblici per previsione normativa: il trattamento automatico, infatti, espone, per natura, a rischi maggiori (diffusione, perdita, modifica, ecc.) rispetto al trattamento effettuato da una persona.
Un veloce parere legale: il sogno di tutti non è ancora all’orizzonte.