Le nostre passioni! Oggi costa meno poterle coltivare, ampliare i nostri spazi di conoscenza, aiutarle con il nostro contributo di solidarietà. Con quest’ultimo proposito sono nati molti siti web che raccolgono firme per petizioni o denaro in aiuto delle singole cause: cancelliamo i vitalizi, salviamo i randagi, compostiamo le bottiglie.
Insomma, una vera miniera di passioni che possiamo aiutare su siti come change.org, firmiamo.it o buonacausa.org.
Certo, queste iniziative devono sostenersi e, quindi, hanno perfezionato, nel tempo, la possibilità di utilizzare i nostri dati anche per autofinanziarsi. Nulla di male, certo. A patto che siano rispettate le norme sul trattamento dei dati personali e che possiamo manifestare liberamente il nostro consenso informato.
Come al solito, senza avere la pretesa di un’indagine scientifica, ho consultato le informative privacy di alcuni di questi siti tenendo conto che si avvicina la scadenza del 25 maggio 2018 per l’adeguamento al GDPR.
In un caso l’informativa era aggiornata al 12 gennaio 2015 e non conteneva alcun riferimento al Data Protection Officer. In un altro caso era aggiornata al 22 gennaio 2016 ed era priva di qualsiasi indirizzo al quale rivolgersi in caso di violazione. Nel terzo caso, il click sull’informativa non funzionava affatto.
Forse aspettano indicazioni dall’Assif (l’Associazione Italiana Fundraiser) che ha organizzato un’apposita giornata sul tema. Perché ognuno possa dare il contributo alle sue passioni, ma con le dovute garanzie.