Attenti al boomerang

La “back economy” è nata e si è diffusa nei paesi anglosassoni: Regno Unito e Stati Uniti d’America. Si tratta di carte fedeltà che non raccolgono punti ma vero e proprio denaro che restituiscono al consumatore.

Le cashback card si fondano su un principio molto semplice: viene creato un circuito di consumatori al quale il commerciante, piccolo o grande che sia, può aderire. Quali sono i vantaggi per i tre soggetti in questione:

  • i commercianti ottengono visibilità e una maggiore propensione all’acquisto da parte dei consumatori;

  • i consumatori possono accedere alle promozioni e ad una quota di commissione che i commercianti pagano alla società di cashback;

  • la compagnia di cashback ottiene provvigioni dai commercianti.

Per esempio, per un acquisto di 100 dollari, la provvigione del 5%, pagata dal commerciante, è suddivisa tra compagnia di cashback (2,5 dollari) ed acquirente (2,5 dollari). L’accredito all’acquirente, tuttavia, non avviene immediatamente ma, di solito, al raggiungimento di una soglia fissata (per esempio, 50 dollari).

Di recente si sono affermati modelli più raffinati che suddividono la provvigione in tre parti: una al consumatore, una alla società di cashback e l’ultima alla collettività di consumatori. L’acquirente, quindi, ottiene vantaggi dai suoi acquisti e da quelli degli altri associati ed ha tutto l’interesse a pubblicizzare la card a parenti ed amici.

Nell’era della data monetization, inoltre, un ulteriore vantaggio, per le compagnie di cashback deriva dalla vendita dei dati riferiti ai consumatori. Anche se, bisogna ricordare che, per tale trattamento, il GDPR e la normativa italiana prevedono uno specifico consenso.

Come al solito, quando si accetta un guadagno facile occorre stare attenti al boomerang.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.