La Nissan sta disegnando la nuova frontiera dell’automotive: il progetto si chiama V2X che è l’abbreviazione di Vehicle To Everything.
Jonathan Adashek, il Direttore della Comunicazione di Nissan Motor Corporation, ha una opinione molto chiara del percorso della società giapponese nel realizzare le auto del futuro. Anzitutto, non solo auto a guida autonoma ma veicoli che possano interagire con il conducente riuscendo a captare i segnali che provengono dalla sua testa: dalle smorfie al movimento degli occhi, per arrivare ai segnali biochimici del cervello. È il cosiddetto B2V, Brain To Vehicle. L’interazione tra la macchina ed il cervello umano garantisce il miglior controllo possibile della vettura che non è autonoma nel prendere le decisioni ma fornisce al conducente tutte le informazioni per agire correttamente.
L’altro filone di ricerca di Nissan si concentra sui sistemi di comunicazione V2V (Vehicle To Vehicle) ed intende fare in modo che le auto scambino informazioni tra loro per evitare ingorghi, incidenti e, forse, “liti tra conducenti”. Questo è un progetto ambizioso che, come prerequisito, richiede la definizione di un “linguaggio” comune tra i dispositivi che Nissan e le altre case costruttrici decideranno di installare.
A quanto sembra, la tecnologia, per gli ambiti annunciati da Adashek, è già a buon punto: il ritardo nell’applicazione è dovuto, principalmente, alla carenza di legislazione sulla materia (privacy, sicurezza stradale, ecc.).
La prospettiva, comunque, sembra vantaggiosa: tutti potranno avere le ruote a posto mentre sono al volante.