Doti fisiche straordinarie e grande forza di volontà: i veri segreti del successo nello sport. Certamente erano i segreti di Icco da Taranto o di Leonida da Rodi per i loro successi ai giochi olimpici antichi.
Purtroppo, oggi, la cronaca ci mette di fronte a realtà un po’ sgradevoli: molti sport sono contaminati dal doping o da altre pratiche scorrette. Molte persone muoiono o si ammalano progressivamente e, spesso, irreversibilmente.
Il governo francese, per far fronte a questo vero e proprio flagello, ha disposto, fin dal 2010, che gli atleti professionisti dovessero comunicare puntualmente i loro spostamenti: per ogni giorno dell’anno e per tutte le 24 ore, a prescindere dalla prossimità di eventi sportivi o di sedute di allenamento. Questa disposizione è finalizzata a garantire la possibilità di effettuare i controlli antidoping “a campione” ed “a sorpresa”.
Gli atleti, tramite le loro organizzazioni rappresentative, hanno contestato tale disposizione davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), perché la ritenevano invasiva della loro vita privata (art. 8 della Convenzione).
La CEDU, tuttavia, ha dato regione al governo francese, motivando la sentenza con i seguenti elementi principali:
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la tutela della salute degli atleti è prevalente rispetto alla vita privata dei singoli;
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la deterrenza esercitata dalla disposizione ha rilevanza sociale perché indica con chiarezza, soprattutto alle giovani generazioni, quale è la strada corretta per il successo nello sport.
Un consiglio a les athletes: quando si perde, meglio essere sportivi.