Il posto di blocco

Abbiamo spesso raccontato delle pubblicità mirate, sia nella navigazione sui siti web sia nelle nostre caselle di posta elettronica. Sappiamo che derivano da due fonti principali: il tracciamento che gli OTT (specialmente Google) fanno dei nostri percorsi di navigazione e i dati che spontaneamente (forse senza molta consapevolezza) forniamo quando ci registriamo ad un servizio o scarichiamo un file dal web.

Se vogliamo fermare il fastidioso materializzarsi delle immagini di propaganda dobbiamo agire in due modi:

  • evitare di fornire i nostri dati personali;
  • limitare le possibilità di tracciamento.

Per quest’ultima opzione è possibile installare alcuni software che impediscono agli OTT di raccogliere le nostre informazioni di navigazione e, di conseguenza, limitano molto la visualizzazione di pagine pubblicitarie indesiderate. Alcuni di essi sono facilmente reperibili gratuitamente sia per i personal computer sia per gli smarthpone: Adblock plus, Ghostery, uBlock.

Anche Google mette a disposizione un ad blocker che agisce, però, solo come filtro alla pubblicità anziché operare a monte impedendo il nostro tracciamento.

Quindi, attiviamo il nostro “posto di blocco”, scegliendo il software giusto.

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Il momento del bisogno

Nulla è più critico, per un essere umano, del “momento del bisogno”. E vale per tutti: italiani, svedesi, cinesi.

Forse pochi sanno che, in Cina, è così importante che il Governo ha varato un piano da 2,75 miliardi di euro per dotare le località turistiche di bagni pubblici adeguati. Si parla di più di 80.000 gabinetti già esistenti, da ristrutturare, e di quasi 50.000 di nuova costruzione.

La lodevole iniziativa, tuttavia, si scontra con l’uso che ne verrà fatto. L’enorme massa di turisti, infatti, crea problemi di gestione che vanno dalla pulizia alla continuità di dotazione di carta igienica. La cronica mancanza di cellulosa, secondo alcuni, è dovuta allo spreco che ne fanno gli utenti. Ed è per questo che i bagni del Tempio del Cielo, a Pechino, sono dotati di un sistema di riconoscimento facciale installato per evitare i consumi esagerati.

Il sistema eroga, automaticamente, 60 centimetri di carta igienica ad ogni nuovo volto che utilizza il gabinetto: con quelli bisogna arrangiarsi. E se non dovessero essere sufficienti, occorre aspettare 9 minuti per l’erogazione di altri 60 centimetri. Non sono note le modalità di questo trattamento di dati personali: chi accede alle immagini, per quanto tempo vengono conservate e così via.

Sappiamo solo che il diritto alla riservatezza dovrebbe valere in tutti i momenti della giornata: ma, soprattutto, nel momento del bisogno!!

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