Julia Hobsbawm è un’esperta di comunicazione ed è titolare della cattedra di Networking alla Cass Business School della City University di Londra.
Nel suo ultimo libro, Fully Connected. Surviving and Thriving in an Age of Overload, descrive i cinque segnali di sovraccarico di cui la nostra società soffre:
- sovraccarico informativo, essendo bersagliati da informazioni che provengono dai vari dispositivi che ci circondano (smartphone, smartwatch, tablet, TV, computer di bordo dell’auto, ecc.);
- fame di tempo, essendo raggiungibili in ogni momento della nostra giornata;
- allargamento tecnologico, avendo proiettato la nostra identità in tutti i dispositivi che utilizziamo;
- intreccio di connessioni, avendo allacciato relazioni, magari solo digitali, con centinaia di persone;
- profluvio regolatorio , avendo stabilito, all’interno delle organizzazioni, regole e procedure per la gestione, spesso contraddittorie, dei dispositivi e dei software che li popolano.
Hobsbawm, senza demonizzare dispositivi elettronici e social network, suggerisce una dieta digitale cioè una presa di distanza ragionata dalle cause del sovraccarico.
In particolare, secondo i suoi studi, 150 è il numero massimo di persone con le quali si possono avere relazioni nella vita. Se passiamo questo limite, si rischia l’info‑obesità e, si sa, essere troppo grassi fa male alla salute.