L’augurio è che non ci capiti mai. Ma, oggi come oggi, appare molto probabile che qualcuno riesca a trafugare denaro dalla nostra carta di credito, ricaricabile o meno.
Perseguire questo reato in Italia significa, come per tutti i reati, individuare esattamente il Tribunale competente e la relativa Procura della Repubblica: il criterio è quello del luogo dove si consuma in reato. Nel caso specifico le opzioni esaminate, nel tempo, dai nostri giudici sono un paio:
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il luogo dove si consuma il reato è quello dove il delinquente-truffatore viene in possesso della somma sottratta;
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il luogo dove si consuma il reato è quello dove ha sede la banca di appoggio della carta di credito o dove è stata effettuata la ricarica.
Nel tempo, gli organi investigativi hanno preferito la prima interpretazione del Codice Penale. Ciò consentiva loro di avere un quadro complessivo dei reati online, prescindendo dalla residenza del truffato e, quindi, di poter avere informazioni più complete per poter risalire al truffatore.
La Corte di Cassazione, tuttavia, in una recente sentenza, ha interpretato la norma sulla competenza indicando come luogo del reato quello in cui si ricarica la carta. Questo perché “la spoliazione della persona offesa è immediata e irrevocabile e l’accredito della provvista in favore del soggetto agente è pressocchè contestuale alla deminutio patrimonii del soggetto passivo”.
Una decisione che non favorisce l’unitarietà delle indagini nelle truffe che, di solito, avvengono da parte di un unico truffatore in danno di molti soggetti sparsi sul territorio nazionale.
Un luogo comune, in questo caso, non è una banalità ma una necessità per l’efficacia delle indagini.