Qualità e quantità

La fortuna che un pensatore come Stefano Rodotà si sia occupato di protezione dei dati personali è immensa. Se ce ne fosse bisogno, il suo ultimo libro, pubblicato postumo, ci fornisce l’occasione di apprezzarlo in nuove elaborazioni che raccontano quali siano le prospettive della nostra identità e, quindi, della sua collocazione nell’orizzonte sociale.

Una riflessione, tra le tante, riguarda il rapporto tra quantità di dati personali in rete e qualità dell’identità che può, progressivamente, formarsi. La rapidità con la quale ciascuno di noi può fornire e fornisce alla Rete fotografie, commenti, orientamenti, pensieri (quindi dati personali) alimenta due fenomeni:

  • una iper‑identità che rischia di non essere apprezzata dai nostri interlocutori nei suoi veri tratti caratterizzanti;

  • la possibilità, per chiunque, di confezionare artificiosamente, copiando e incollando nostri dati personali, una identità che non corrisponde alla nostra.

In entrambe le ipotesi la nostra immagine viene deformata e può divergere dalle nostre intenzioni oltre che danneggiarci molto.

Ce lo dicevano anche i nostri nonni: la quantità non significa qualità.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.