La mia esperienza professionale mi ha portato alla conclusione che le brutte notizie non sono quelle che riguardano eventi infausti ma, piuttosto, coincidono con le false notizie. Mi sono convinto, infatti, che le fake news sono più brutte delle notizie infauste perché:
• le notizie infauste riguardano eventi istantanei mentre le notizie false diventano parte dell’opinione pubblica e mantengono il loro effetto negativo nel tempo;
• le notizie false sono più digeribili dal pubblico; spesso, per contrastarle bisogna argomentare con concetti scientifici di difficile comprensione.
Per fortuna anche la Commissione Europea si è accorta di questi problemi e ha deciso alcune misure di contrasto del fenomeno.
Come al solito, le misure sono ricche ed articolate e prevedono:
• la redazione, da parte delle piattaforme online (Google, Facebook, ecc.), di un codice di buone pratiche per evitare che vengano pubblicate notizie false;
• l’istituzione di una rete indipendente di controllori (fact‑checkers) con relativa piattaforma online per la diffusione delle repliche alle fake news;
• un sistema di identificazione dell’utenza per facilitare la tracciabilità delle notizie e, di conseguenza, la loro attendibilità.
Brutte notizie per i fakers.