Giovedì scorso, è stata la volta di Giovanni Pitruzzella che, nella sua qualità di Presidente, ha presentato la relazione sull’attività che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha svolto nel 2017.
No, vi assicuro che non state leggendo lo stesso articolo di giovedì. È una cosa diversa anche se è difficile spiegare perché due autorità indipendenti sovrappongano le loro attenzioni verso fenomeni analoghi.
Anche Pitruzzella, infatti, ha dichiarato che occorre combattere i monopoli (quelli che il più prudente Soro ha definito oligopoli) dei grandi gruppi multinazionali che operano nella società dell’informazione. In particolare, ha citato le istruttorie condotte nei confronti di WhatsApp e Facebook (peraltro appartenenti allo stesso gruppo societario) per clausole contrattuali opache che riguardavano la cessione dei dati personali degli utenti.
Si è soffermato, poi, su Amazon per alcune pratiche precontrattuali scorrette e, in generale, sui siti di e‑commerce e sulla scarsa trasparenza che ancora li caratterizza.
La lettura incrociata delle relazioni di Soro e Pitruzzella mi ha confermato una convinzione che sostengo da molti anni: il mondo è molto cambiato. Sono finiti i tempi di Postalmarket durante i quali l’ordine si faceva con una cartolina o, in tempi più recenti, con una telefonata. Oggi la dinamica di acquisto del contraente‑utente è un contratto nel contratto ed ha bisogno di essere governata unitariamente, se si vuole farlo seriamente.
Siamo sicuri che due autorità funzionino meglio di una sola?