Quanti dati produciamo mentre dormiamo? Pochi di noi ci hanno mai pensato, perché il sonno corrisponde al riposo, alla massima distensione ed alla piacevole distanza dalle preoccupazioni e dalle fatiche di tutti i giorni.
Tuttavia, chi se ne occupa professionalmente ha sentito il dovere di studiare questo momento della nostra vita per garantirci, se possibile, un’esperienza di riposo al massimo comfort. È nato, così, un sistema di riposo ultratecnologico che penetra nei momenti più intimi della nostra giornata e ne raccoglie i dati per migliorarne la qualità.
Questo sistema innovativo si basa su tre elementi:
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non è un semplice materasso perché è arricchito da una speciale rete di sostegno e da un contorno di fonti luminose che consentono l’attivazione di effetti cromatici per favorire il sonno;
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è dotato di sensori che rilevano il battito cardiaco, i suoni nasali, il numero di volte che cambiamo posizione, ecc.; tutti dati personali che, durante il sonno e secondo le impostazioni dell’utente, possono servire ad innescare azioni finalizzate a farlo dormire più comodamente;
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è servito da una serie di app per smartphone che consentono di programmare azioni o di monitorare anche il sonno altrui (per esempio, il sonno del nonno che dorme nella stanza al piano superiore).
Naturalmente, immaginiamo che i dati raccolti siano trattati presso infrastrutture che non sono nel pieno controllo del singolo utente; quindi, il sistema dovrà funzionare, nel momento in cui raccoglie i dati personali, previo consenso dell’interessato.
Un consenso davvero particolare perché sarà fornito per dati che neanche lo stesso interessato conosce. Forse, in questo caso, bisognerà chiedere il consenso di Morfeo.