Il legislatore europeo si è già occupato a più riprese della tutela del diritto d’autore. Si può dire che ha cominciato più di vent’anni fa con la direttiva 96/9/CE “Tutela giuridica delle banche di dati” ed ha proseguito con altre direttive:
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2001/29/CE “Armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione”;
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2006/115/CE “Diritto di noleggio, il diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto di autore in materia di proprietà intellettuale”;
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2009/24/CE “Tutela giuridica dei programmi per elaboratore”;
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2012/28/UE “Utilizzi consentiti di opere orfane”;
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2014/26/UE “Gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno”.
Si intuisce che il quadro è molto complesso anche senza citare le leggi italiane che hanno applicato ciascuna delle direttive europee. Perché, dunque, una nuova direttiva, approvata, l’altro ieri, dal Parlamento UE? Lo spiega, senza giri di parole, il primo paragrafo della relazione di accompagnamento alle norme. Due sono le ragioni principali:
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rimuovere gli ostacoli delle precedenti direttive alla conduzione di attività di text e data mining per scopi di ricerca scientifica da parte di organismi senza fini di lucro; in pratica, la nuova direttiva (quando sarà recepita da una legge italiana) consentirà a questi organismi, per fini di ricerca e di education, di elaborare liberamente testi, audio, video disponibili sulla Rete, anche se protetti dal diritto d’autore;
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rafforzare la posizione degli autori (di canzoni, di film, di articoli giornalistici) durante la negoziazione (finora inesistente) con gli Over The Top (Google, Facebook, ecc.); di fatto gli OTT, pur non ledendo il diritto d’autore (come sinora disciplinato), potevano contare su milioni di visite (quindi di dollari di pubblicità) semplicemente fornendo un link alla pagina del contenuto protetto.
La direttiva non è immediatamente applicabile e dovrà essere recepita da una norma italiana: ci sono, tuttavia, tutte le premesse affinché possa diventare un boomerang, proprio per gli autori.
Per il momento, giù le mani dal pianista: mentre crea e mentre suona su Internet.