Sono appena tornato da uno splendido tour delle città imperiali del Marocco. La mia deformazione professionale mi ha portato a tormentare Najib, la mia guida il cui nome in marocchino significa intelligente, per farmi spiegare l’organizzazione amministrativa del Marocco e, in particolare, quali fossero le garanzie di protezione dei dati personali. Najib si è molto impegnato a rispondermi ma, facendo un altro mestiere, probabilmente ha pensato che questa settimana gli era toccato un rompiscatole che, fosse stato per lui, avrebbe potuto rimanere a riposare in Italia.
In ogni caso, ho scoperto che il Marocco tutela i dati personali già dal 2009 con la legge 09-08 che, per la verità, appare molto all’avanguardia e certamente molto vicina al nostro GDPR.
Nonostante questo, anche in Marocco qualche piccola difficoltà di attuazione deve esserci. E mi sono permesso di appuntarla seguendo l’itinerario del mio tour.
Marrakech: in albergo ho usato il WIFI libero, senza password, senza alcuna richiesta di consenso e senza alcuna informativa sulle modalità di trattamento dei miei dati di navigazione.
Casablanca: il WIFI dell’albergo ha richiesto la sola indicazione del mio indirizzo email e la spunta di conferma della lettura dei termini di utilizzo. A quel punto l’accesso era libero. Devo ammettere che i termini di utilizzo rimandavano ad una privacy policy molto dettagliata ancorché un po’ lunga (d’altra parte l’albergo apparteneva ad una catena di hotel elvetica e si sa che gli svizzeri sono precisi).
Tangeri: l’addetto alla reception ci ha chiesto di lasciare i passaporti senza badare troppo al principio di minimizzazione (articolo 3 comma 1 lettera c) della legge 09-08).
Fes: un bravo omino, all’ingresso dell’hotel, ha scattato fotografie senza informarci di nulla e senza chiederci il consenso. Abbiamo trovato le foto sviluppate, il giorno dopo, in bella mostra in una bacheca all’esterno dell’hotel.
Autostrada Rabat-Marrakech: una stazione di servizio era dotata di un sistema di videosorveglianza senza alcuna indicazione, neanche semplificata, della sua esistenza.
Aeroporto di Marrakech: ci hanno controllato i passaporti cinque volte senza badare, anche questa volta, al principio di minimizzazione del trattamento (articolo 3 comma 1 lettera c) della legge 09-08).
Però, che bello il Marocco!