Giovanni Buttarelli è il Garante Europeo per la Protezione dei Dati Personali (EDPS). Non è un supergarante che coordina le Autorità Garanti dei singoli stati membri ma il suo perimetro d’azione riguarda il controllo sull’applicazione del GDPR da parte delle istituzioni dell’UE (uffici del Parlamento UE, del Consiglio UE, della Commissione UE, ecc.).
Nell’introdurre una sua recente intervista, il giornalista ha parlato del rischio di diventare “polli digitali”. Non sappiamo se è un termine usato direttamente da Buttarelli. Tuttavia, il concetto è stato ben espresso dalla recente opinione che l’EDPS ha fornito alla Commissione Europea su due proposte di direttive riguardanti la modernizzazione delle regole a protezione dei consumatori e la regolazione delle azioni giudiziarie per la tutela degli interessi collettivi dei consumatori.
L’EDPS ha ritenuto che le normative riguardanti la tutela dei dati personali e la tutela dei consumatori non possono rimanere compartimenti stagni: devono reciprocamente sostenersi per evitare che la base giuridica contrattuale (prevista dall’art. 6 comma 1 lettera b) del GDPR) o quella del consenso (prevista dall’art. 6 comma 1 lettera a) del GDPR) diventino una mera formalità per il consumatore che è fortemente attratto dalle condizioni favorevoli (spesso apparentemente a costo zero) dei servizi online.
Naturalmente, questa evoluzione dovrà avere, come effetto sistemico, una maggiore sinergia, già da noi auspicata, tra le autorità di controllo che, rispettivamente, tutelano i dati personali ed i consumatori (in Italia sono il Garante per la Protezione dei Dati Personali e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
Polli si, ma almeno non digitali…