L’Europa l’ha fatta da padrona nel premio annuale della Conferenza Internazionale dei Garanti della Privacy (ICDPPC).
L’Albania ha vinto nella categoria della consapevolezza ed educazione dei giovani, il Regno Unito nella categoria delle azioni di contrasto ai trattamenti illegittimi e la Francia ha dominato in due categorie: innovazione e responsabilizzazione.
La Francia ha vinto grazie al suo software di supporto alla valutazione d’impatto sulla protezione dei dati personali (DPIA – Art. 35 del GDPR). Il premio è assolutamente meritato visto che l’applicazione, messa a disposizione dal CNIL (il corrispondente francese del Garante per la Protezione dei Dati Personali), è utilizzabile sia in ambito didattico, per la corretta sequenza logica alla quale sono indotti gli utenti, sia in ambito professionale, considerata la completezza dello strumento. Qualche miglioramento è auspicabile dal punto di vista dell’ergonomia di impiego, ma il lavoro del CNIL è stato egregio.
Il Regno Unito ha vinto per l’intensa attività di investigazione condotta nell’ambito del trattamento dei big data, delle relative attività di analisi e della profilazione. In particolare, è stata premiata l’attività nei confronti di Cambridge Analytica che, tuttavia, non ha impedito che molti utenti fossero profilati e che il loro profilo venisse utilizzato nelle campagne elettorali di alcuni paesi occidentali.
L’Albania, invece, si è fatta largo tra 44 candidature grazie al francobollo emesso in occasione del Data Protection Day che viene celebrato il 28 gennaio. Un’ottima idea che potrebbe essere adottata anche in altri paesi per ricordare a tutti i cittadini l’importanza della privacy. Peccato che, per l’Albania, si tratti di un voto di incoraggiamento, visto che questo paese, per l’Unione Europea, non assicura un adeguato livello di protezione dei dati personali.