Un voto per la privacy

Nel corso della 40ma Conferenza Internazionale dei Garanti della Privacy (ICDPPC) saranno premiate le migliori iniziative, assunte dalle Autorità Garanti di ciascuna nazione e che hanno riguardato la protezione dei dati personali.

Le categorie sono rimaste le stesse dello scorso anno:

  • miglioramento della consapevolezza ed educazione dei giovani;

  • innovazione;

  • responsabilizzazione;

  • azioni di contrasto ai trattamenti illegittimi.

Per la prima categoria ci sono 44 candidature e, a farla da padroni, sono il Canada (5 progetti candidati), la Francia (4 progetti candidati), Hong-Kong (5 progetti candidati) e la Nuova Zelanda (5 progetti candidati).

Per l’innovazione sono presenti 26 candidature e primeggiano la Francia (3 progetti candidati), Israele (3 progetti candidati), il Messico (3 progetti candidati) ed il Regno Unito (3 progetti candidati).

Con 5 progetti candidati, su un totale di 18, svetta il Canada nella categoria della responsabilizzazione, staccando gli altri paesi per vivacità di iniziative.

Solo 10 iniziative, in totale, per la categoria del contrasto ai trattamenti illegittimi di cui 2 presentate dal Regno Unito e 2 dal Marocco.

Grande assente l’Italia che non ha presentano nessun progetto.

Il voto è stato espresso sia dai membri ufficiali dell’ICDPPC (assimilabile al premio della critica) sia da tutto il personale operante nella varie Autorità Garanti nazionali (assimilabile al premio della giuria popolare). Attendiamo la settimana prossima per sapere chi ha vinto.

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L’identikit à la carte

Una recente indagine di Money Guru ha aggiunto alcuni elementi di novità ad argomenti di cui abbiamo già trattato: quanto valgono i dati personali che lasciamo in rete? Cioè, a quanto può essere venduto il nostro identikit completo?

L’indagine è interessante perché somma le cifre alle quali si possono comprare i dati personali sul dark web, suddivise per aree di interesse:

  • informazioni finanziarie (credenziali del conto online, numero di carta di credito, credenziali Paypal);

  • dettagli sulle attività di acquisto;

  • informazioni sui viaggi e sugli spostamenti;

  • gusti di intrattenimento (giochi, video, musica, ecc.);

  • vita sui social network (comprese le credenziali di accesso ai profili);

  • scambio di messaggi email (comprese le credenziali di accesso alla casella di posta).

Tutto questo vale, in media circa 745 sterline (più di 800 dollari). Naturalmente, a farla da padrone sono le informazioni finanziarie che, da sole, valgono quasi un terzo del totale. Al secondo posto si piazzano gli account di posta elettronica che, evidentemente, contengono, per i malintenzionati, informazioni molto più rilevanti rispetto a quelle dei social network.

L’identikit à la carte non è poi così costoso se non siamo noi stessi a difenderci a dovere.

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