
L’intenzione del Governo di limitare il fenomeno dell’assenteismo nel pubblico impiego attraverso l’impiego delle impronte digitali e delle videoriprese è stata messa in discussione da Antonello Soro, Presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali, nell’audizione alla Camera dei Deputati del 6 febbraio scorso.
Soro ha rimarcato ai deputati che i principi di necessità e proporzionalità, richiamati nel disegno di legge governativo, sembrano essere solo una mera dichiarazione di massima ma che, per come si articola il testo normativo:
- non risultano compatibili con i trattati europei, con il GDPR e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE;
- non sembrano coerenti con l’impiego contestuale di impronte digitali e videoriprese;
- sembrano scontrarsi con l’obbligatorietà dell’adozione di questi sistemi di controllo per tutti gli enti pubblici.
Il Garante ritiene, invece, che questi sistemi dovrebbero essere impiegati solo a fronte di circostanze speciali nell’ambito delle quali i tradizionali sistemi di marcatura delle presenze hanno fallito. Infatti, tra i milioni di lavoratori pubblici sono stati sanzionati solo 89 soggetti per falsa attestazione della presenza in servizio.
L’indice non è più così fermo nel puntare contro i dipendenti pubblici.