
La Corte Europea per i Diritti Umani ha condannato il Regno Unito per aver memorizzato indebitamente i dati personali di un pacifista.
La vicenda riguarda Paul (nome di fantasia) che, dal 1948, si è impegnato in cause pacifiste partecipando alle relative manifestazioni. In alcuni casi queste manifestazioni, avviate pacificamente, si sono evolute in proteste dagli esiti violenti ai quali non è mai stato associato Paul. La polizia, tuttavia, a causa dell’attivismo di Paul aveva registrato tutte le sue partecipazioni alle manifestazioni in un database denominato “Extremism database” (archivio degli estremisti).
Paul, naturalmente, ha preteso che il suo nome fosse cancellato dall’archivio senza, tuttavia, avere giustizia dalle corti inglesi. Così, ha proposto il caso alla CEDU che, invece, ha sentenziato in suo favore, giudicando sproporzionata la memorizzazione dei dati di Paul rispetto alla finalità del database. In sostanza, viene riconosciuta la finalità di sicurezza del Paese per giustificare l’esistenza del database ma non viene riconosciuta la necessità di inserire e mantenere, per un tempo indefinito, i dati personali (peraltro appartenenti alle particolari categorie di dati personali) di un soggetto che non ha mai mostrato di essere un estremista.
Facciamo la pace, senza estremismi e, quindi, senza che nessuno esageri.