
Il Presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali, Antonello Soro, è al termine del suo mandato settennale. Quella che ha rilasciato ieri, per Repubblica, potrebbe essere la sua ultima intervista: una sorta di “testimone” che lascia a chi sarà chiamato a sostituirlo.
Soro tocca tutti i temi del digitale e del riflesso sui dati personali, in questo mondo in rapida trasformazione. Rivendica la non monetizzabilità dei dati e, quindi, della libertà delle persone, anche (e soprattutto) nella websfera.
E, alla fine dell’intervista, chiede di potenziare l’organico del Garante. Perché, dice Soro, “servono gli strumenti per fare gli sceriffi di una società digitale così complessa, non lo si può fare con le risorse e le strutture che hanno oggi le autorità come la nostra”
Ed ha ragione. In qualunque modo si voglia declinare l’approccio che deve avere un’autorità come quella del Garante, c’è bisogno di risorse.
È impegnativo sia fare gli sceriffi sia fare la nurse.